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venerdì 19 febbraio 2010

La pietà di Paolo Cassarà torna a Milano



Tornerà a Milano l'opera tanto discussa di Paolo Cassarà intitolata LA PIETA'.
L'opera in questione sarà esposta presso la galleria San Lorenzo (via Sirtori 31) dal 23 febbraio al 14 Marzo nel contesto della personale dell'artista "Les jeux sont Femmes" a cura di Chiara Canali.
A proposito di questa opera, nel catalogo di mostra edito per i tipi della Zeta Scorpii Editori, la stessa Canali scrive:

"L’episodio mediatico che più ha portato alla ribalta il lavoro di Paolo Cassarà in questi ultimi anni è risultato essere la partecipazione alla controversia e chiacchierata mostra Arte e omosessualità, ideata e promossa dall’allora Assessore alla Cultura di Milano, Vittorio Sgarbi.
L’artista compariva con la Pietà, una scultura in terracotta policroma di media grandezza che rappresenta una donna seduta, in abbigliamento maschile, nell’atto di stringere in grembo una bambola gonfiabile. L’opera è stata subito incriminata dalla stampa come “Pietà lesbica” (Maurizio Giannattasio, Corriere della Sera, 12 luglio 2007) e viene censurata dal Sindaco Letizia Moratti, assieme ad altre due opere (Miss Kitty di Paolo Schmidlin e la foto modificata di Silvio Sircana) preordinando la chiusura della mostra a Milano dal giorno successivo all’inaugurazione, se non fosse stata spurgata dalle opere ritenute indecorose.
Nella bagarre interviene perfino l’On. Silvio Berlusconi, chiamato in causa da Sgarbi per mediare nei confronti della censura di “Suor Letizia”, che propone una scappatoia: eliminare dall’esposizione solo un’altra ed ultima opera, seppur significativa: la scultura di Cassarà (proprio lei!), per la sua interpretazione “lesbo” (Maurizio Gianattasio, Corriere della Sera, 14 luglio 2007). La mediazione, tuttavia, fallisce e Sgarbi, indignato, decide trasferire in toto la mostra in un’altra città italiana (Palazzina Reale presso la Stazione FS di Santa Maria Novella a Firenze. N.d.R.).
Pubblicata e citata giorno dopo giorno, per quasi un mese, nelle pagine di cronaca dei quotidiani nazionali (dal Corriere della Sera a Repubblica, dal Giornale al Giorno, da Libero a Metro), la Pietà di Cassarà è risultata essere oggetto di discussioni e reinterpretazioni perché ritenuta blasfema e scandalosa. D’altronde, la provocazione è stata ricercata e voluta dall’artista stesso per trasmettere un messaggio di protesta nei confronti della Chiesa e della classe politica (Armando Stella, Corriere della Sera, 15 luglio 2007). Sul magazine Made, così Paolo Cassarà confessa le sue vere intenzioni: “Nel preparare l’opera ho volutamente puntato sulla provocazione attraverso la sua simbologia e con la citazione indiretta di una nota iconografia religiosa. Il mio intento originale era quello di provocare in modo costruttivo per sensibilizzare il pubblico sul tema dell’omosessualità e non certo per fare una forma di promozione personale” . La scultura nasce dalla volontà di giocare con la simbologia classica della Pietà, ma non si vuole sovrapporre alla celebre opera omonima di Michelangelo. “Il lavoro – continua l’artista – si può interpretare secondo livelli diversi e non solo lesbo o religioso. Nelle mie intenzioni c’è una denuncia sui disagi della società attuale: un’allegoria sulla mercificazione della donna, considerata alla stregua di una bambola gonfiabile, sulla decadenza dei rapporti e del sesso, sulla solitudine che pervade le persone” .
Certamente nell’opera è presente una buona dose di ambiguità nello scambio dei ruoli delle due figure androgine, ma l’introspezione nell’universo della femminilità è sempre stato uno dei cardini della ricerca dell’artista, che qui affronta con ironia e una vena quasi “comica” (Vittorio Sgarbi) il ruolo della donna sottratta alla sua funzione di generare una prole, una donna alienata nella stessa percezione del proprio corpo che diventa simbolo e oggetto di consumo in senso nuovo."

A questo punto vedremo se la morsa della censura proseguirà il suo cammino... staremo a vedere...



Vade Retro Gay!, intervista di Federico Poletti, Made 05, N. 26, Dicembre / Gennaio 2008.
Ibidem.
Vittorio Sgarbi, Vade retro in “Arte e Omosessualità. Da von Gloeden a Pierre et Gilles”, Electa, Milano 2007.


vedi anche:
DOMENICA 7 FEBBRAIO 2010
Comunicato stampa "Les jeux sont Femmes" personale di Paolo Cassarà a cura di Chiara Canali
http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.com/2010/02/comunicato-stampa-les-jeux-sont-femmes_07.html

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