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lunedì 8 febbraio 2010
Da "IL GIORNALE" di oggi lunedì 8 Febbraio 2010
Acque «underground» a Porta Venezia
di M.D.M.
Nuova scorribanda a Milano dell’artista performer D-Tao che, dopo il grande muro costruito (e abbattuto) nel cortile di Palazzo Reale, ha «invaso» gli spazi di una galleria milanese con una grande onda in alluminio, come un canale con flusso d'acqua che non termina mai. La nuova installazione inaugurata i giorni scorsi nei sotterranei della nuova location di San Lorenzo (via Sirtori 31), situata nella storica casa Galimberti uno dei grandi esempi di architettura Liberty a Milano, fa parte del ciclo intitolato «Kkann» e che ha visto D-Tao protagonista a Venezia durante la scorsa Biennale della Laguna. Le pareti della Scuola Grande della Misericordia furono avvolte da un’immensa onda fatta di lastre di metallo. Kkann, che in lingua cinese significa L’abisso, L’acqua, è un’installazione monumentale dedicata all’elemento che sta all’origine a al tempo stesso alla fine della vita. Si tratta di centinaia di lastre di metallo calpestate che affiancate l’una all’altra danno l’illusione di essere un’immensa distesa d’acqua. L’artista ha dato vita a questo progetto nel marzo del 2009 a Milano, con la creazione di un fiume di più di 1000mq negli East End Studios. Ad aprile il fiume è diventato una gigantesca cascata presso i Chiostri dell’Università statale di Milano. L’installazione di Milano è un’opera cosiddetta «site specific», in un palazzo che fu costruito agli inizi del Novecento mentre si svolgevano i lavori dell’interramento dell’Acqualunga che scorreva in prossimità di corso Venezia. L’artista invade dunque le stanze sotterranee con un’installazione sensoriale derivante dal dialogo approfondito da qualche tempo con il tema dell’acqua. Nella galleria milanese trovano spazio anche una ventina di opere di recente produzione.
Sono visibili gli S-quadri, opere a due facce fruibili a 360°, legate al concetto di “rinascita” (lamiere bruciate, legno arso, superfici corrose, composizioni in plexiglas) visti non come materiali finiti, ma come mezzi per creare una nuova vita, oggetti nuovamente desiderabili ed in grado di trasmettere nuove sensazioni. Formano composizioni che evocano scenari surreali, paesaggi lunari o desertici di grande intensità.
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