RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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mercoledì 10 febbraio 2010

"LO STATO DELL'ARTE 2009"


Un po' di tempo fa, l'amico e collega Loris Di Falco, della Galleria Obraz di Milano, mi chiese di scrivere un breve testo che illustrasse il mio punto di vista sullo stato dell'arte in quel momento.
Non ho cambiato del tutto opinione anche se al momento, dovessi riscriverlo forse cambierei qualcosa.
Il testo, insieme a tanti altri di persone molto più qualificate di me, venne poi pubblicato sul catalogo che accompagnava la mostra dal titolo omonimo: "LO STATO DELL'ARTE 2009"

Con i potenti mezzi della tecnologia (il copia e incolla), ho la possibilità di condividere con voi lettori (se mai ce ne fossero), questo breve testo. Buona lettura.

Lo stato dell'arte 2009 di Roberto Milani
Rispondo ad una richiesta fattami dall'amico Loris Di Falco che chiede una mia riflessione sullo stato dell'arte in questo strano 2009.
E' difficile fare un'attenta analisi di quello che sta accadendo.
I mercati sono impazziti, anche se reggono e danno ancora l'opportunità di mettere a segno alcune speculazioni.
Lo stato di crisi generale ha comunque modificato, e continuerà a farlo per i prossimi due anni almeno, l'intero sistema.
I compratori traino (banche ect.) sono in grande crisi e stanno uscendo di scena lasciando spazio al collezionismo vero, quello che compra di "pancia", alla ricerca di qualità e solidità! L'offerta sul mercato delle opere storicizzate è di altissimo livello a prezzi più competitivi rispetto agli ultimi 24 mesi, grazie all'immissione sul mercato di opere rimaste fino ad ora nascoste in collezioni private che per necessità ora si stanno smantellando, creandone di nuove.
Il contemporaneo è come al solito il punto interrogativo del mercato, e sempre lo sarà mancando di storia documentata e autoalimentandosi solo di critica quotidiana e soprattutto di scambio di denaro (la cosa buffa, di tutto ciò, è che alcuni "colletti bianchi" considerano l'arte contemporanea quella meno commerciale di altre... mah!).
Il vero dramma è che le istituzioni sono sempre più latitanti, senza soldi e senza figure competenti nei posti decisionali.
Istituzioni lontane dalla realtà e sempre più occupate a considerare e valutare solo il ritorno economico e di immagine, più che la salvaguardia e la promozione dell'arte.
Il fiore all'occhiello della cultura dell'arte italiana, la Biennale di Venezia, che si trasforma, quantomeno nel padiglione Italia, in una fiera di provincia (senza nulla togliere agli artisti che ci rappresentano, che comunque meritano il consenso di tutti noi, ma che a mio personale avviso forse non sono i più rappresentativi nell'unica vetrina internazionale che oramai ospitiamo nel nostro paese, culla dell'arte mondiale).
I tanto attesi investitori cinesi, indiani ect. stanno esportando più che importando arte; e noi da bravi esterofili, non manchiamo occasione per rafforzare tutto questo.
Per fortuna ci sono i giovani artisti che contro tutto e tutti vanno avanti, anche se con mille difficoltà e fra le prime ci metto noi galleristi che in questo momento abbiamo meno coraggio di investire su di loro.
Di una cosa sono comunque contento, che questa situazione generale farà, come si dice in questi casi, un po' di pulizia. Spazzerà via tanti bluff, tanti pittori che fanno gli "artisti" senza esserlo, critici che potrebbero fare giusto il supplente in una scuola media (con tutto il rispetto per quelli che i supplenti lo fanno sul serio), galleristi che millantano fiuto ed intuito alla Castelli ma che di fatto fanno gli "affittacamere" senza avere la benché minima sensibilità.
Per non parlare poi dei sistemi dell'arte, comitati scientifici che selezionano senza selezionare, archivi storici che non conoscono la storia dell'artista per il quale sono sorti, premi e fiere che prolificano più di un campo di cicoria e riviste di settore che nascono solo per raccogliere il gettito pubblicitario.
Per chi fosse arrivato a leggere fino a questo punto, e magari sentisse o avesse percepito una sorta di malcontento nelle mie parole, smentisco subito, affermando che comunque il mondo dell'arte è sano!
Ci sono tanti artisti veri e genuini, critici seri e preparati, storici che sanno e conoscono profondamente la storia dell'arte, galleristi che ci mettono cuore e passione e tanti professionisti che operano in questo settore degni di questo nome.
Il segreto è, come in tutte le cose della vita, la dignità.
Tutti dovremmo porci questo quesito, per non tradire poi coloro che ci permettono di andare avanti nel nostro fantastico mondo dell'arte, ovvero i collezionisti, il quesito è questo: "quello che sto facendo, vendendo, proponendo, promettendo, scrivendo ora, sarò in grado di non doverlo rinnegare fra qualche anno?" Se così operiamo e opereremo posso affermare che lo stato dell'arte di questo 2009 gode di ottima salute, che con i suoi alti e bassi sarà comunque e sempre il metronomo che segna il livello della civiltà di un popolo, in questo caso il popolo dell'arte!

San Miniato, Giugno 2009"

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