Lori Adragna
DOMANDE
- Generalità (nome, cognome, età, professione ect.)
- Collaborazioni (principali collaborazioni, mostre ect.)
- Il tuo miglior pregio
- Il tuo peggior difetto
- Qual è il collega che stimi di più?
- E quello che ritieni meno interessante?
- Fammi tre nomi di artisti che ritieni in questo momento fra i più interessati
- La galleria, il museo o l’istituzione al top della tua classifica personale?
- Ed il fanalino di coda?
- Moderno o contemporaneo?
- Il ruolo del web nel mondo dell’arte
- Progetti importanti per il futuro
- Sogno nel cassetto
- Ricetta salva/crisi
- Una tua confessione (quello che nessuno sa di te)
RISPOSTE
Ciao Roberto ecco le mie risposte e grazie per la pazienza..
Lori Adragna, palermitana di nascita e romana d’adozione. Critico e curatore indipendente, dal 1996 organizzo mostre ed eventi culturali per spazi pubblici e privati. La collaborazione più lontana nel tempo: con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per “Memorabilia”, nel Complesso di S. Michele in Ripa. La più recente: con il Museo nazionale d’arte Orientale di Roma, dove ho curato la mostra “L’artista come Rishi”, quaranta artisti -diversi per provenienza geografico-culturale, generazione, stile e linguaggio- con l’obiettivo di sondare e “provare” le confluenze fra pensiero d’Oriente e Occidente.
Scrivo come free lance per numerose riviste specializzate nel settore artistico tra cui Exibart e Artribune. I miei testi sono pubblicati su enciclopedie, libri, cataloghi e riviste, in Italia e all’Estero.
Tre pregi che vanno a braccetto: testardaggine, entusiasmo, passione.
Per i difetti basta aggiungere “troppo” ai pregi.
Tanti colleghi sono anche cari e stimati amici. Mi piace lavorare in sinergia e nella mia top list di collaborazioni professionali meglio riuscite, figura Manuela De Leonardis affidabile&instancabile come pochi.
Tutti quelli che si improvvisano curatori per mettere in mostra se stessi.
Amo da sempre Anselm Kiefer e al momento seguo con interesse l’indiana Bharti Kher, la cinese Yi Zhou e tantissimi altri (anche italiani naturalmente): con cui collaboro e/o di cui mi piace scrivere.
Il mio elenco di luoghi d’arte degni di attenzione in Italia e all’estero sarebbe troppo lungo.. come esempio di eccellenza cito la Fondazione Beyeler e come museo più avanzato, l’americano PS1/MoMA. Ma in realtà per un curatore qualsiasi spazio (anche il cosiddetto fanalino di coda) può essere stimolante e rappresentare una piccola grande sfida. Quello che davvero conta? La validità del progetto, la disponibilità da parte di chi gestisce lo spazio a sperimentare nuove visioni e il budget disponibile.
Contemporaneo con un occhio al dialogo tra presente e passato.
L’Internet ha cambiato profondamente il nostro modo di vivere e di comunicare e rappresenta un mezzo efficace per diffondere, conoscere e promuovere l’arte in maniera indipendente. Di contro, nel rapporto che si crea tra l’opera e il fruitore attraverso il web, l’arte corre il rischio di diventare fantasmatica, “anoressica” citando un termine di ABO.
Progetti per il futuro? Davvero tanti: un secondo evento per NUfactory, una mostra tutta al femminile; l’avvio della collaborazione con l’associazione culturale romana Spazio88; un progetto che coinvolge un’importante Istituzione..
Il mio sogno? Veicolare attraverso l'arte l’idea di coscienza verso una nuova umanità, pacifica, etica ed ecosostenibile.
Ovviamente investire su giovani_cultura_arte, non farebbe male all’Italia! Però non credo tanto nelle ricette, quanto nel talento dello “chef “ ad utilizzare i giusti ingredienti con onestà, generosità, rispetto.
Per anni ho provato sensi di colpa per non aver realizzato il desiderio di mio padre: seguire le sue orme di psichiatra militante. Ne sono uscita attraverso i miei studi di arte e simboli nella psicologia junghiana applicati all’arte contemporanea.
un caro saluto
L.A.
Lori Adragna, palermitana di nascita e romana d’adozione. Critico e curatore indipendente, dal 1996 organizzo mostre ed eventi culturali per spazi pubblici e privati. La collaborazione più lontana nel tempo: con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per “Memorabilia”, nel Complesso di S. Michele in Ripa. La più recente: con il Museo nazionale d’arte Orientale di Roma, dove ho curato la mostra “L’artista come Rishi”, quaranta artisti -diversi per provenienza geografico-culturale, generazione, stile e linguaggio- con l’obiettivo di sondare e “provare” le confluenze fra pensiero d’Oriente e Occidente.
Scrivo come free lance per numerose riviste specializzate nel settore artistico tra cui Exibart e Artribune. I miei testi sono pubblicati su enciclopedie, libri, cataloghi e riviste, in Italia e all’Estero.
Tre pregi che vanno a braccetto: testardaggine, entusiasmo, passione.
Per i difetti basta aggiungere “troppo” ai pregi.
Tanti colleghi sono anche cari e stimati amici. Mi piace lavorare in sinergia e nella mia top list di collaborazioni professionali meglio riuscite, figura Manuela De Leonardis affidabile&instancabile come pochi.
Tutti quelli che si improvvisano curatori per mettere in mostra se stessi.
Amo da sempre Anselm Kiefer e al momento seguo con interesse l’indiana Bharti Kher, la cinese Yi Zhou e tantissimi altri (anche italiani naturalmente): con cui collaboro e/o di cui mi piace scrivere.
Il mio elenco di luoghi d’arte degni di attenzione in Italia e all’estero sarebbe troppo lungo.. come esempio di eccellenza cito la Fondazione Beyeler e come museo più avanzato, l’americano PS1/MoMA. Ma in realtà per un curatore qualsiasi spazio (anche il cosiddetto fanalino di coda) può essere stimolante e rappresentare una piccola grande sfida. Quello che davvero conta? La validità del progetto, la disponibilità da parte di chi gestisce lo spazio a sperimentare nuove visioni e il budget disponibile.
Contemporaneo con un occhio al dialogo tra presente e passato.
L’Internet ha cambiato profondamente il nostro modo di vivere e di comunicare e rappresenta un mezzo efficace per diffondere, conoscere e promuovere l’arte in maniera indipendente. Di contro, nel rapporto che si crea tra l’opera e il fruitore attraverso il web, l’arte corre il rischio di diventare fantasmatica, “anoressica” citando un termine di ABO.
Progetti per il futuro? Davvero tanti: un secondo evento per NUfactory, una mostra tutta al femminile; l’avvio della collaborazione con l’associazione culturale romana Spazio88; un progetto che coinvolge un’importante Istituzione..
Il mio sogno? Veicolare attraverso l'arte l’idea di coscienza verso una nuova umanità, pacifica, etica ed ecosostenibile.
Ovviamente investire su giovani_cultura_arte, non farebbe male all’Italia! Però non credo tanto nelle ricette, quanto nel talento dello “chef “ ad utilizzare i giusti ingredienti con onestà, generosità, rispetto.
Per anni ho provato sensi di colpa per non aver realizzato il desiderio di mio padre: seguire le sue orme di psichiatra militante. Ne sono uscita attraverso i miei studi di arte e simboli nella psicologia junghiana applicati all’arte contemporanea.
un caro saluto
L.A.
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