STRAZIANTE, MERAVIGLIOSA BELLEZZA DEL CREATO
GIOVANNI FRANGI - Opere recenti 2005-2011
30 Settembre - 1 Novembre 2011
SEDE ESPOSITIVA
Villa Manin di Passariano - Esedra Orientale
Undici stanze nell’esedra orientale di Villa Manin
a Passariano ospitano un riepilogo del più recente
tratto dell’attività di Giovanni Frangi,
uno dei più significativi artisti dell’Italia di oggi.
Questa sequenza di ambienti permette di farsi un’idea,
più che esauriente, delle predilezioni espressive di un autore,
nato a Milano nel 1959, e ormai giunto alla mezza età.
Si ha modo di ripercorrere – in un ordine che carica di nuovo
senso anche le (poche) opere già viste in pubblico – il passaggio
da raffigurazioni della realtà tramite la pittura ad altre che
hanno come punto di partenza l’immagine fotografica.
Senza che questo ingeneri banali contrapposizioni.
E allora. Si osservano gli esperimenti di restituzione
tridimensionale di approssimazioni della natura:
e qui è il Fondo del mare. Ci si solleva l’anima con
sculture in gesso e in gommapiuma, distese su un
prato finto. Si allarga il cuore osservando i cieli dipinti,
in gara con quelli veri che bucano le finestre, quasi
a porgere omaggio a quelli felici di Paolo Veronese e a
quelli strappati di Giovan Battista Tiepolo.
Si ammirano, come in un museo vero, i Giardini
pubblici, che erano l’altra estate al MART di Rovereto.
Si rende visita agli orti botanici con una serie di incisioni
al carborundum, messe in carta da Corrado Albicocco:
è un’occasione per chi ha perduto la prima presentazione
di questi fogli alla Galleria d’Arte Moderna di Udine nel 2008.
Si osservano nel cantiere interrotto dell’esedra i brandelli
d’argento che si arrampicano su soffitti, pavimenti,
scale e controscale. Ci si appaga davanti alle grandi
tele viola, intitolate Vallemosso, con l’acqua tremolante
delle risaie della Valpadana. Si scoprono nuovi esperimenti,
accessibili, umani, come capita quasi sempre con le
opere di Giovanni Frangi: stavolta è il turno delle Tele Nere,
supporti insoliti per immagini consuete.
E si approda, in un passaggio che fa epoca nella storia
dell’artista, a vedere di nuovo – nei suoi quadri dell’ultima
stanza – figure umane: su una spiaggia, tra le rocce.
Verrà da dire, lo si può scommettere, non solo ai visitatori
appassionati: “Ah, straziante, meravigliosa bellezza
del creato”. Proprio come facevano Totò e Ninetto
alla fine di Che cosa sono le nuvole? di Pier Paolo Pasolini.
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