Araki è uno degli artisti che più amo. Lugano rende omaggio a questo genio giapponese.
A partire dal 23 ottobre 2010, Lugano ospita quattro grandi mostre e numerose iniziative dedicate alla cultura del Sol Levante, in un affascinante percorso che va dalle espressioni artistiche più contemporanee fino alle origini dell’arte e delle antiche tradizioni giapponesi.
GUTAI Dipingere con il tempo e lo spazio
Museo Cantonale d’Arte e Parco di Villa Ciani
23 ottobre 2010 - 20 febbraio 2011
Museo Cantonale d’Arte e Parco di Villa Ciani
23 ottobre 2010 - 20 febbraio 2011
Ineffabile perfezione. La fotografia del Giappone. 1860 – 1910
A cura del Museo delle Culture
Villa Ciani
23 ottobre 2010 - 27 febbraio 2011
A cura del Museo delle Culture
Villa Ciani
23 ottobre 2010 - 27 febbraio 2011
Shunga. Arte ed Eros nel Giappone del periodo Edo
Museo delle Culture, Heleneum
23 ottobre 2010 - 27 febbraio 2011
Attività collaterali
Il Ciani
30 ottobre 2010 – 20 febbraio 2011
Gli spettacoli
Palazzo dei Congressi, Nuovostudiofoce, Teatro Cittadella
9 ottobre, 21 ottobre, 26 ottobre, 29 novembre, 7 dicembre 2010
Museo delle Culture, Heleneum
23 ottobre 2010 - 27 febbraio 2011
Attività collaterali
Il Ciani
30 ottobre 2010 – 20 febbraio 2011
Gli spettacoli
Palazzo dei Congressi, Nuovostudiofoce, Teatro Cittadella
9 ottobre, 21 ottobre, 26 ottobre, 29 novembre, 7 dicembre 2010
Il nuovo centro culturale LAC intraprende il suo viaggio. Dopo il primo atto dello scorso 8 maggio, con la posa della prima pietra della sede espositiva – in una grande festa di piazza che ha coinvolto l’intera città - si inaugura ora la prima stagione espositiva del nuovo marchio.
Naturalmente la nuova sede di fianco al vecchio Hotel Palace non c’è ancora: il termine dei lavori è previsto per inizio 2013. Tuttavia quella che già c’è, e si vede, è l’impronta del rinnovato spirito espositivo luganese: con iniziative che non nasceranno isolate, o addirittura in conflitto tra loro, ma prevederanno ogni volta integrazioni delle diverse attività, in nome di una cultura moderna, pervasiva, capace di lasciare un segno nel tessuto della città. Un nuovo spirito unitario, che prosegue il suo cammino dopo la fondamentale tappa dello scorso 31 maggio, quando fu firmato l’accordo di collaborazione tra il Museo Cantonale d’Arte e il Museo d’Arte, proprio in vista di un progetto culturale condiviso.
La prima iniziativa all’insegna di questo mutato atteggiamento esordisce il 23 ottobre prossimo con la grande rassegna Nippon – Tra mito e realtà: arte e cultura dal Paese del Sol levante. Un’iniziativa che documenta secoli di cultura artistica e sociale, abbracciando tanto la tradizione quanto la stretta contemporaneità, per mettere a fuoco gli elementi ricorrenti nell’evoluzione della straordinaria civiltà giapponese. E il percorso cronologico riunirà sotto il segno del Sol Levante l’intera città, con l’utilizzo delle diverse sedi espositive, legate fra di loro dal progetto comune del LAC. A partire da Villa Malpensata, Nippon si dispiega infatti lungo il lago verso il Museo Cantonale d’Arte, Villa Ciani con il suo parco, il Palazzo dei Congressi e Il Ciani, per concludersi al Museo delle Culture. Attraversando la città il visitatore di Nippon scopre la ricchezza e la densità dei luoghi che Lugano dedica alla promozione della cultura.
Ma non si tratterà soltanto di esposizioni: sono infatti previste iniziative a sorpresa che tramuteranno per qualche tempo i luoghi principali della città di Lugano, trasformandola in qualche occasione in una piccola Tokyo sul lago. E non mancheranno manifestazioni, incontri e spettacoli teatrali come ulteriori approfondimenti.
Nobuyoshi Araki è uno degli artisti fotografi più noti e celebrati al mondo che ha al suo attivo più di quattrocento pubblicazioni. Nonostante la fama internazionale dell’artista, la mostra di Lugano è una delle poche retrospettive europee a lui finora dedicate.
La fotografia di Nobuyoshi Araki esprime e riattualizza molti dei temi che più strettamente si legano alla cultura giapponese. L’esposizione documenta l’opera dell’artista nelle sue diverse declinazioni: oltre alle celebri serie autobiografiche, come ad esempio Sentimental Journey/ Winter Journey che narra la relazione fra Araki e la moglie Yoko dal giorno del loro matrimonio fino alla malattia e prematura scomparsa di lei nel 1990, sono documentati i paesaggi urbani, le evocative immagini di fiori e di cibo, le poetiche serie dedicate al cielo e naturalmente le serie di nudi femminili e bondage cui, più che a ogni altro soggetto, si lega la fama dell’artista.
Da questo essenziale elenco emerge fino a che punto l’opera di Araki esprima la cultura giapponese, nell’esaltazione del mutare delle stagioni, della bellezza caduca dei fiori e della sensualità femminile. Le fotografie dell’artista non si limitano a una semplice registrazione di questi soggetti, ma rendono evidente e quasi tangibile anche agli occhi di un occidentale il carattere conturbante che essi assumono nella cultura nipponica.
La mostra riflette l’urgenza dell’artista di catturare il continuo mutare della realtà attraverso una documentazione fotografica serrata: accanto a quasi duemila scatti di medio o grande formato, sono presentate in una fittissima disposizione a mosaico tremila delle polaroid scattate dall’artista nel corso degli anni. Il visitatore viene dunque investito, e disorientato, da un impatto visivo generato non solo dai singoli scatti ma dall’insieme delle immagini. A rendere unica la mostra di
Lugano è infine la presentazione degli ultimissimi lavori di Araki fra cui le serie dedicate all’adorata gatta Chiro e, in anteprima mondiale, una serie di fotografie di grande formato sulle quali l’artista interviene con segni calligrafici, pittura e collages.
Se l’opera di Nobuyoshi Araki invita a osservare il mondo attraverso lo sguardo di un artista giapponese e a coglierne la carica sensuale, le opere del gruppo Gutai permettono di cogliere il significato di concetti quali quello di materia o dell’atto creativo e quale sia il rapporto fra artista e natura nell’isola del Sol Levante.
Il gruppo Gutai si costituisce nel 1954 a Ashiya, presso Osaka, su iniziativa del pittore Jiro Yoshihara insieme ai giovani artisti Shozo Shimamoto, Chiyu Uemae e Tsuruko Yamazaki. Gutai, che negli anni vedrà accrescere il numero dei suoi membri, sarà attivo fino al 1972, data della morte del venerato fondatore Jiro Yoshihara. L’attività del gruppo è caratterizzata da happening, installazioni all’aperto (da qui la denominazione "avanguardia sotto il cielo"), mostre di un giorno, action painting e performance di carattere teatrale.
La mostra al Museo Cantonale d’Arte intende focalizzare l’attenzione sul primo e secondo periodo Gutai (1954-1960 e 1961-1964 ca.), le fasi più intense e significative nella ricerca di nuovi linguaggi. L’intento è quello di approfondire la portata e l’eredità del gruppo a quasi quarant’anni dal suo scioglimento. Alla luce del crescente interesse (Biennale di Venezia 2009), la mostra si focalizza non solo sulla pittura gestuale Gutai, ma specialmente sugli esordi caratterizzati da performance e installazioni. Le opere esposte all’interno del museo permettono di apprezzare dal vivo lavori, abitualmente conservati in istituzioni nipponiche, di figure ormai leggendarie e di cogliere le peculiarità dell’arte astratta nel Paese del Sol Levante, mentre le installazioni all’aperto sono oggetto di un’autonoma sezione allestita nel Parco di Villa Ciani.
Coerentemente con la cultura giapponese, l’opera degli artisti appartenenti a Gutai non si serve dei materiali dell’arte per esprimere individualità artistiche, come avviene nella prassi occidentale. Nell’opera del gruppo ciò che presiede alla creazione è il desiderio di dare vita alla materia per rivelarne le qualità intrinseche. Il rapporto fra artista e materia appare dunque rovesciato: sono gli artisti a porsi al servizio dell’opera, anziché piegarla alla propria sensibilità.
GUTAI Dipingere con il tempo e lo spazio
Parco di Villa Ciani, 23 ottobre 2010 - 20 febbraio 2011
La creatività di Gutai mira ad esprimere l’autonomia estetica dei materiali. Nel rispetto di questo principio essa non si esaurisce nella produzione di lavori destinati ad ambienti museali. In molti casi presuppone invece il rapporto con la natura e lo spazio aperto. La mostra ospitata presso il Museo Cantonale d’Arte trova dunque un suo logico ampliamento nel Parco Ciani. Qui sono ricreate alcune delle più significative installazioni ideate dagli artisti del gruppo in occasione delle esposizioni all’aperto organizzate in Giappone a metà degli anni Cinquanta. Fra le opere figurano una lunga passerella percorribile, un campanile di stoffa dall’interno del quale si può osservare uno scampolo di cielo e una serie di festoni di nylon contenenti acqua pigmentata con colori diversi. Tali opere presuppongono in molti casi una partecipazione attiva dell’osservatore: esse si inseriscono nel contesto del parco, incuriosendo anche coloro che abitualmente non frequentano i musei e comunicando un’idea dell’opera d’arte agli antipodi rispetto a quella tradizionale.
Ineffabile perfezione. La fotografia del Giappone. 1860-1910
A cura del Museo delle Culture, Villa Ciani, 23 ottobre 2010 - 27 febbraio 2011
A Villa Ciani vi sarà Ineffabile perfezione. La fotografia del Giappone. 1860-1910. Si tratta della più ampia esposizione temporanea del genere mai realizzata al mondo. Il percorso tematico, frutto di un lavoro di ricerca condotto dall’équipe del Museo delle Culture a partire dal 2007, accompagna il visitatore alla scoperta dell’immagine tradizionale del Giappone.
Il visitatore è introdotto, passo dopo passo, a una visione più matura dell’incontro tra il Giappone e l’Occidente. I temi principali sono la rappresentazione del paesaggio e la natura “educata” dalla cultura, l’importanza del mezzo fotografico nel definire l’immagine del Giappone, il gusto dell’esotismo e il profondo rapporto tra la fotografia e le stampe del ukiyo-e.
L’esposizione presenta un’approfondita analisi dell’opera e degli stili dei principali fotografi, giapponesi e europei, attivi nel periodo in questione con una sorprendente esplorazione delle dinamiche storiche e antropologiche del “viaggio in Oriente” e dell’ “estetica del souvenir”.
Gli album di fotografie in mostra presentano coperte finemente laccate e scolpite che sono, a loro volta, un genere artistico di grande interesse. Il percorso espositivo presenta un apparato scenografico particolarmente suggestivo, come in una sorta di passeggiata all’interno di un giardino giapponese.
L’esposizione è completata dalla presenza di una cinquantina di opere d’arte e di raffinati oggetti di cultura materiale provenienti da alcune prestigiose collezioni private. Fra questi, una magnifica armatura di samurai del XV secolo, preziose sculture di carattere religioso, una raffinatissima selezione di abiti maschili e femminili e una scelta di straordinarie maschere del teatro Nō.
Shunga. Arte ed Eros nel Giappone del periodo Edo
Museo delle Culture, Heleneum, 23 ottobre 2010 - 27 febbraio 2011
La naturale conclusione del percorso espositivo è rappresentata dalla mostra dedicata agli shunga presso il Museo delle Culture. Gli shunga, termine giapponese che significa letteralmente “immagini della primavera”, sono un genere di stampe a soggetto erotico che raggiunsero la massima fioritura nel periodo dello shogunato dei Tokugawa, tra il 1603 e il 1867.
In estrema sintesi, gli shunga costituiscono una delle più vivaci manifestazioni di una riflessione etica ed estetica sulla brevità e transitorietà della vita, riflessione che esprime i valori del ceto borghese delle grandi città di quel tempo. Mercanti, artigiani, medici e artisti erano esclusi dal potere politico, ma, economicamente fiorenti, affermavano una concezione edonistica della vita, in aperto contrasto con la rigida morale neoconfuciana dei samurai che reggevano il paese. In definitiva, gli shunga materializzano la visione del mondo di coloro che irridevano il conservatorismo del potere politico, raffigurando il lusso, le feste, gli spettacoli teatrali e la vita delle case di piacere, dove i borghesi trovavano la compagnia di donne esperte nell'arte dell'intrattenimento e dell'amore.
L’esposizione, frutto di una ricerca condotta dal Museo delle Culture e dai suoi partner, intende guidare il visitatore alla scoperta di un genere artistico inusuale, ma che esprime un profondo legame con la vita e la cultura giapponese del suo tempo e, più in generale, con le filosofie e la visione del mondo delle civiltà dell’Oriente. La selezione presenta opere degli autori più importanti dell’evoluzione del genere degli shunga, da Koryusai a Kunimori, e comprende gran parte degli artisti più noti, come Kiyonaga, Utamaro, Hokusai e Hiroshige.
Attività collaterali
Per tutto il periodo, una serie di iniziative collaterali favoriranno l’incontro del pubblico con la cultura giapponese attraverso molte sue affascinanti forme d’espressione.
Il Ciani ospiterà una serie di eventi e attività, a cura delle associazioni culturali Giappone in Italia e Giappone in Ticino, che permetteranno di osservare da vicino o prendere parte in prima persona ad alcuni momenti rituali e culturali della vita nipponica, realizzati e condotti da esperti conoscitori di ognuna delle discipline proposte. In particolare, vi sarà l’opportunità di assistere alla vestizione del kimono e della geisha, o alla cerimonia del tè, rito che in Giappone trascende la dimensione privata per assumere un significato sociale e spirituale.
Inoltre, si terranno ulteriori appuntamenti con la Cultura del Giappone, come dimostrazioni di ikebana, di arti marziali, oltre a proposte di corsi di origami e impacchettatura, potatura del bonsai, performance di calligrafia e canto.
Gli Spettacoli
Palazzo dei Congressi, 9 e 21 ottobre 2010
Nuovostudiofoce, 26 ottobre 2010
Teatro Cittadella, 29 novembre e 7 dicembre 2010
Il progetto Nippon contempla anche una serie di spettacoli a partire già da sabato 9 ottobre 2010, quando al Palazzo dei Congressi andrà in scena Kodo in concerto: un’eccezionale esibizione dei 13 musicisti-danzatori del più spettacolare e famoso gruppo giapponese di percussioni taiko - la Compagnia Kodo - in tournée mondiale e in esclusiva svizzera e unica data vicino all’Italia.
Giovedì 21 ottobre 2010, sempre al Palazzo dei Congressi, sarà la volta della Martha Graham Dance Company con uno straordinario spettacolo di danza articolato in 5 coreografie firmate dalla grande Martha Graham e le affascinanti scene dello scultore giapponese Isamu Noguchi.
Martedì 26 ottobre 2010 al Nuovostudiofoce, andrà in scena Nô e Kabuki, particolarissima conferenza danzata di e con Shiro Daïmon, uno dei massimi esperti e interpreti dell’arte gestuale tradizionale giapponese (in collaborazione con il Festival Internazionale del Teatro).
Lunedì 29 novembre 2010 al Teatro Cittadella, Teatro Kyôgen è una serata teatrale che mette in scena delle storie comiche giapponesi che richiamano situazioni, personaggi e tecniche della nostra Commedia dell’Arte. E per finire, martedì 7 dicembre 2010 al Teatro Cittadella, Madame de Sade di Yukio Mishima (con la Compagnia Teatroaperto/Teatro Dehon Teatro Stabile dell’Emilia Romagna e la regia di Piero Ferrarini) propone una visione al femminile della figura del Divin Marchese su un testo teatrale centrale nella produzione scenica dello celebre scrittore giapponese che è anche una straordinaria sintesi di elementi culturali europei e nipponici.
Ciao Roberto! Grande articolo per davvero! Da appassionata della cultura giapponese, non posso che apprezzare e far di tutto per andare a visitare questo ciclo di mostre! Magari mi aiuta ulteriormente a prepare la mia candidatura per la borsa di studio in Giappone il prossimo anno! Spero seriamente di riuscirci, almeno fino a febbraio ho tempo di organizzarmi e magari portare con me la mia mamma :-) Grazie di cuore per aver condiviso questa notizia!
RispondiEliminaIl merito è solo degli amici di ArsLife... comunque grazie di essere passata a trovarmi nella mia "stanzetta"
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