Paolo Bianchi purtroppo e con rammarico non lo conosco e me ne dispiaccio. Fabio Pietrantonio invece lo conosco a fondo.
Come artista mi piace, mi convince e convince i sofisticati collezionisti che si avvicinano alla sua arte.
Una mostra curata da Maria Livia Brunelli, che suscita stimoli ed interessi...
La mostra è stata ideata in occasione delle celebrazioni per l’Unità d’Italia. MLB home gallery ha chiesto a due artisti che ora vivono in quello che era il Regno di Piemonte-Sardegna di interpretare il concetto di Risorgimento collegandolo all’attualità. Se nel 1861 l’Italia “risorgeva” finalmente libera dallo straniero e “unita”, oggi il nostro paese è chiamato a un nuovo “Risorgimento”, soprattutto spirituale ed etico. Paolo Bianchi e Fabio Pietrantonio hanno percepito questo diffuso
desiderio di rigenerazione e le opere esposte evocano la necessità di tornare all’origine, di
recuperare energie primitive, in un confronto con il presente denso di spunti di riflessione.
Come se il concetto ottocentesco di Madre Patria fosse stato sostituito dal desiderio attualissimo di tornare alla Madre Terra, a una autenticità ancestrale sentita come salvifica, pur se contaminata dalle contraddizioni del presente.
Paolo Bianchi (Nuoro, 1975) riscopre un rigenerante legame con la tradizione nella spettacolare rievocazione dei riti legati al Carnevale di Ottana, paese della Barbagia nella provincia di Nuoro, in Sardegna.
Le sue fotografie raffigurano i "boes e merdules", tipiche figure di secolare tradizione che
identificano rispettivamente il bue ed il suo padrone. Potenti ed evocative nelle loro pelli di pecora bianche, fanno risuonare il loro pesante carico di campanacci intrecciati su larghe tracolle di cuoio, e portano sul viso maschere in legno che raffigurano animali bovini.
Purtroppo nei primi anni Settanta in quella zona sorse l'industria petrolchimica che ha cambiato radicalmente sia gli usi che i costumi degli abitanti, profanando nell'intimo il naturale legame esistente tra uomo, terra e animale. Così i “boes e merdules” appaiono agli occhi dell’artista una nuova specie mutata geneticamente, il risultato di un inquinamento culturale e ambientale, perché sotto quelle maschere si celano ora numerosi cassintegrati. Che però sentono con orgoglio la forza della tradizione e intendono recuperare quell’antico legame.
Fabio Pietrantonio (Torino, 1966) presenta un video e alcune opere nate da una performance che ha avuto luogo nell’antica terra gallurese, alla Tomba dei Giganti, località nuragica nota nel mondo per le sue caratteristiche energetiche e terapeutiche: davanti all’ingresso della Tomba l’artista ha infilzato migliaia di stecchini, come per una simbolica, potente agopuntura per il pianeta.
Un desiderio di rigenerazione che si ritrova nelle “Bandiere”, nate da una riflessione sul presente che coinvolge il materiale stesso con cui sono realizzate: frammenti di quotidiani e tessuti di uso comune. Dice l’artista, che vive in quella che è stata la prima capitale del Regno d’Italia: “Dov’è finita l’Italia di Garibaldi? Ogni giorno mi guardo intorno e vedo troppa negatività generica riguardo al nostro Paese, politica, sociale, economica.. Vedo un’Italia alla deriva. Le mie bandiere mostrano questo sgretolarsi della patria, ma anche una forte urgenza di ricomporsi, pur senza un progetto lineare. E’ il faticoso tragitto spirituale che ci attende, a cui stanno partecipando tutti gli esseri che hanno le capacità di farlo senza paura”.
La mostra è realizzata in collaborazione con l’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di
Ferrara.
19/3 12/6 2011
MLB home gallery
corso ercole I d'este, 3 ferrara (italy)
roma-londra-berlino-pechino
Nessun commento:
Posta un commento