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mercoledì 3 aprile 2013

Non si smette mai di imparare... ho scoperto Sylvia Plath!


Grazie a Gio Lacedra, raffinata artista, della quale ho pubblicato qualche post fa, una notevole intervista (vedi: http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2013/04/unintervista-colorata-di-blu-di-prussia.html ) ho scoperto l'opera di Sylvia Plath... 
E' proprio vero, non si smette mai di imparare...

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L’ASPIRANTE
[Sylvia Plath]

Prima di tutto ce li hai i requisiti?
Ce l’hai
Un occhio di vetro, denti finti o una gruccia,
un tirante o un uncino,
seni di gomma, inguine di gomma,

Rattoppi a qualcosa che manca? Ah
No? E allora che mai possiamo darti?
Smetti di piangere.
Apri la mano.
Vuota? Vuota. Ma ecco una mano

Che la riempie, disposta
a porgere tazze di tè e sgominare emicranie,
e a fare ogni cosa che gli dirai.
La vorresti sposare?
È garantita,

ti tapperà gli occhi alla fine della vita
e del dolore.
Con quel sale ci rinnoviamo le scorte.
Vedo che sei nuda come un verme.
Che te ne pare di questo vestito –

Un po’ rigido e nero, ma niente male.
Lo vorresti sposare?
È impermeabile, infrantumabile, abile
contro il fuoco e imbombardabile.
Credi a me, ti ci farai sotterrare.

E adesso, scusa, hai vuota la testa.
Ho la cosa che fa per te.
Su, su, carina, esci fuori dal guscio.
Ecco, ti piace questa?
Nuda per cominciare come una pagina bianca

Ma in venticinque anni d’argento,
d’oro in cinquanta potrà diventare.
Una bambola viva, sotto ogni aspetto.
Sa cucire, sa cucinare,
sa parlare, parlare, parlare.

E funziona, non ha una magagna.
Qua c’è un buco che è una manna.
Qua un occhio, una vera visione.
Ragazzo mio, è l’ultima occasione.
La vorresti sposare, sposare, sposare?





Sylvia Plath , nata nel 1932, morta suicida nel 1963.
Poetessa Confessional.

Era una donna alta, snella, con il busto lungo e fragile, discreta e annodata nel garbo estremo della sua timidezza. Era nervosa, imbarazzata, gentile. Una presenza tesa e brillante che la timidezza paralizzava. La sua umiltà, la sua disponibilità ad accettare tutto quanto veniva generalmente ammirato parevano darle a volte un’esasperante docilità che nascondeva la sua pazienza e la sua audacia fuori moda.

A Cambridge conobbe il poeta inglese Ted Hughes.
Si sposarono, vissero per un breve periodo a Londra ed in seguito si stabilirono a North Tawton, piccola città commerciale nel Devon. Sylvia Plath pubblicò la prima raccolta di poesie,The Colossus, in Inghilterra, nel 1960. Nel febbraio 1961 abortì; diverse poesie fanno riferimento a questo evento. Il matrimonio si incrinò e i due si separarono poco dopo la nascita del loro secondo figlio. La loro separazione traumatica fu dovuta alla relazione che Hughes aveva iniziato con Assia Wevill, moglie di un amico poeta.
Sylvia ritornò a Londra con i figli, Frieda e Nicholas. Affittò un appartamento in una casa dove aveva abitato William Butler Yeats; ne fu estremamente contenta e lo considerò un buon presagio quando cominciò il procedimento legale per la separazione. Scrisse intorno a questo periodo il romanzo La campana di vetro . L'11 febbraio 1963 era passato solo un mese dalla pubblicazione del romanzo quando Sylvia Plath si tolse la vita: sigillò porte e finestre ed inserì la testa nel forno a gas, non prima di aver scritto l'ultima poesia intitolata "Orlo" ed aver preparato pane e burro e due tazze di latte da lasciare sul comodino nella camera dei bambini.

Sylvia fu rappresentante del filone "Confessional" insieme ad Anne Sexton. Tutto nelle sue poesie è personale; una confessione profondamente sentita.
È l’autobiografia di una febbre.
 "Come ti uccidi la prossima volta?"
Due amiche che parlano di morte. E mettono in versi le loro tragedie. Prima di suicidarsi.
Nell'aprile del 1959 in un bar di Boston, due poetesse alle prime armi, la ventiseienne Sylvia Plath e la trentenne Anne Sexton, bevono cocktail e parlano con superficialità da salotto dei loro tentativi di suicidio.
Bipolare. Sylvia tentò il suicidio per tre volte. La terza fu decisiva. Soffriva marcatamente di fasi depressive,timida, insicura, perennemente in difficoltà economiche aveva provato a togliersi la vita nel 1959, per una forte depressione da cui era uscita dopo un lungo ricovero e tre elettroshock. Quattro anni dopo si uccise col gas del forno nella cucina della sua casa inglese.



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