Pur seguendo ed ammirando l'opera di Bonichi da tanti anni, non ho ancora avuto modo di parlarne in questa "stanza". Mi offre questa possibilità il buon Beluffi e lo faccio molto volentieri.
Claudio Bonichi è austero e silenzioso. Raffinato. Quasi il quinto dei Nuovi Pittori della Realtà (gruppo fondato nel '47 da Annigoni, Sciltian, A. Bueno e suo fratello Xavier) eppure di una attualità disarmante. Per gli amanti della buona pittura, della poesia e del silenzio.
“Quella di Claudio Bonichi è una pittura intima – non: intimista! -, occasionata da un’esuberante sensibilità e basata – sembra un paradosso - su un linguaggio minimamente descrittivo. Bonichi a tratti pare un post metafisico, ora sembra un surrealista, altrove dà l’impressione di seguir la strada dei fratelli De Chirico. Ma tutto ciò non conta nulla. Perchè, quando si ficcano gli occhi in una sua opera, ci si balocca con le immagini figurando un intenso piacere della pittura. Una pittura conturbata da un afflato sensuale, carnale oseremmo dire, verso la materia e l'immagine. Insomma, Claudio Bonichi sembra proprio un pittore che gode di quel che dipinge [....]. “ Così scrive Emanuele Beluffi nella presentazione in catalogo.
Lo stesso artista racconta così la sua pittura nel testo a latere della mostra La vita è sogno (edizioni Skira,1998): “Mi seggo nello studio davanti al cavalletto, sul tavolino c'è una piccola mela bacata, accesa di colori: domani sarà sfatta e mi chiede di essere ricordata; la dipingo meglio che posso, credo di aver dipinto una mela, la chiamano natura morta, e invece mi assomiglia, è il mio ritratto. Ma quando dipingo penso a tutte queste cose? No. Quando dipingo un quadro non penso nulla di tutto questo. Ogni quadro è come se fosse il primo: non ci sono certezze, teorie o programmi di sorta. Dipingere diventa una specie di gioco d'amore con il soggetto che esclude la mente; l'occhio controlla, ma sono i sensi che guidano i gesti, una sorta di istinto. (…) La memoria trasforma le cose, qualsiasi sia la loro natura, in una materia impalpabile che non conosce i confini tra verità e finzione, tra passato e presente, tra vivente e non vivente: una materia davvero simile a quella di cui sono fatti i sogni.”
Maurizio Fagiolo dell'Arco così scriveva nel catalogo Bonichi pittore, edito da Allemandi nel 1990: “Ogni quadro è legato alla memoria. Anche quella pera o il fungo dipinti nella natura morta, anche il corpo nudo intravisto nelle fantasie dell'adolescenza, perfino la stregoneria individuata nel capriccio. Nel labirinto dei ricordi la memoria è un filo d'Arianna che trasforma quel labirinto in museo. Perchè, in fondo, Mnemosine non fa altro che rivelare il problema del Tempo: il passato è prossimo, il futuro è presente, il presente è passato.”
Figura di prestigio internazionale, Claudio Bonichi è considerato uno degli esponenti più interessanti della Nuova Metafisica: oltre che in Italia, ha esposto in importanti sedi pubbliche e private in Olanda, Danimarca, Germania, Giappone, Canada, Francia, Belgio,Spagna, dove è considerato un caposcuola. Fondamentale è per Bonichi l’incontro avvenuto a Milano nel 1980 con Alfredo Paglione, con il quale nasce una collaborazione durata oltre vent’anni. Tra le mostre si ricordano: La vita è sogno, (Galleria Appiani Arte, Milano, 1999); El Teatro de la Memoria (Galeria Juan Gris, Madrid, 2002); Natures Mortes (Galeria Artur Ramon, Barcelona, 2002). Dal 2003 al 2004 espone in gallerie e musei a Sao Paulo, Belo Horizonte, Santo André e Fortaleza. Sono del 2005 la mostra ed il libro Renata e lo Specchio, (Galleria Tricromia, Roma) e L’Araba Fenice, (Galleria Lo Spazio, Brescia). Nel 2006, per i cento anni dalla nascita di Luchino Visconti, realizza la mostra La Casa dei Giochi (Fondazione la Colombaia, Ischia) e Renata ante el Mirall, (Galeria Toc’D’Art, Barcelona). Sempre nel 2006, per il Ministero degli Esteri partecipa alla mostra MYTHOS, itininerante nei musei di Atene, Cipro, Tirana, Montecarlo.
Tra le esposizioni più recenti si ricordano ancora: Oltre l’oggetto (Museo Michetti, 2007); Bellissima. Visconti (e) il Contemporaneo (Maschio Angioino, Napoli, 2008); L’essenza invisibile, (Museo Nazionale di Palazzo Lanfranchi, Matera, 2008); Viaggio Metafisico (Museo Civico Complesso Monumentale Santa Maria del Rifugio, Cava de' Tirreni, 2010).
Lo stesso artista racconta così la sua pittura nel testo a latere della mostra La vita è sogno (edizioni Skira,1998): “Mi seggo nello studio davanti al cavalletto, sul tavolino c'è una piccola mela bacata, accesa di colori: domani sarà sfatta e mi chiede di essere ricordata; la dipingo meglio che posso, credo di aver dipinto una mela, la chiamano natura morta, e invece mi assomiglia, è il mio ritratto. Ma quando dipingo penso a tutte queste cose? No. Quando dipingo un quadro non penso nulla di tutto questo. Ogni quadro è come se fosse il primo: non ci sono certezze, teorie o programmi di sorta. Dipingere diventa una specie di gioco d'amore con il soggetto che esclude la mente; l'occhio controlla, ma sono i sensi che guidano i gesti, una sorta di istinto. (…) La memoria trasforma le cose, qualsiasi sia la loro natura, in una materia impalpabile che non conosce i confini tra verità e finzione, tra passato e presente, tra vivente e non vivente: una materia davvero simile a quella di cui sono fatti i sogni.”
Maurizio Fagiolo dell'Arco così scriveva nel catalogo Bonichi pittore, edito da Allemandi nel 1990: “Ogni quadro è legato alla memoria. Anche quella pera o il fungo dipinti nella natura morta, anche il corpo nudo intravisto nelle fantasie dell'adolescenza, perfino la stregoneria individuata nel capriccio. Nel labirinto dei ricordi la memoria è un filo d'Arianna che trasforma quel labirinto in museo. Perchè, in fondo, Mnemosine non fa altro che rivelare il problema del Tempo: il passato è prossimo, il futuro è presente, il presente è passato.”
Figura di prestigio internazionale, Claudio Bonichi è considerato uno degli esponenti più interessanti della Nuova Metafisica: oltre che in Italia, ha esposto in importanti sedi pubbliche e private in Olanda, Danimarca, Germania, Giappone, Canada, Francia, Belgio,Spagna, dove è considerato un caposcuola. Fondamentale è per Bonichi l’incontro avvenuto a Milano nel 1980 con Alfredo Paglione, con il quale nasce una collaborazione durata oltre vent’anni. Tra le mostre si ricordano: La vita è sogno, (Galleria Appiani Arte, Milano, 1999); El Teatro de la Memoria (Galeria Juan Gris, Madrid, 2002); Natures Mortes (Galeria Artur Ramon, Barcelona, 2002). Dal 2003 al 2004 espone in gallerie e musei a Sao Paulo, Belo Horizonte, Santo André e Fortaleza. Sono del 2005 la mostra ed il libro Renata e lo Specchio, (Galleria Tricromia, Roma) e L’Araba Fenice, (Galleria Lo Spazio, Brescia). Nel 2006, per i cento anni dalla nascita di Luchino Visconti, realizza la mostra La Casa dei Giochi (Fondazione la Colombaia, Ischia) e Renata ante el Mirall, (Galeria Toc’D’Art, Barcelona). Sempre nel 2006, per il Ministero degli Esteri partecipa alla mostra MYTHOS, itininerante nei musei di Atene, Cipro, Tirana, Montecarlo.
Tra le esposizioni più recenti si ricordano ancora: Oltre l’oggetto (Museo Michetti, 2007); Bellissima. Visconti (e) il Contemporaneo (Maschio Angioino, Napoli, 2008); L’essenza invisibile, (Museo Nazionale di Palazzo Lanfranchi, Matera, 2008); Viaggio Metafisico (Museo Civico Complesso Monumentale Santa Maria del Rifugio, Cava de' Tirreni, 2010).
2 marzo > 9 aprile 2011
Federico Rui Arte Contemporanea, Spazio Crocevia, via Appiani 1, Milano
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