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venerdì 4 febbraio 2011

Giuliano Sale - Biedermeier. L'umanità al crepuscolo

Mi piace dire le cose come stanno... o meglio come le vedo io! Antonio Colombo non è il massimo della simpatia, ma è senz'altro un grande gallerista, che investe sui giovani, che quando può li valorizza e che svolge il proprio lavoro con passione e serietà. Ed in fondo queste sono oramai rare virtù. Quindi bravo Colombo per questa mostra. 
Giuliano Sale è un vero artista. Seguo le sue tracce oramai da tre/quattro anni e devo dire che sono testimone della esponenziale crescita stilistica che lo vede ora protagonista indiscusso della giovane pittura italiana. Qualità ed essenza si fondono insieme. E attenzione, per tutti coloro che mi scrivono in privato che dicono che sono di parte, dico loro, che non ho mai trattato le opere di Giuliano, lo stimo solamente e... beh, non è poi tanto facile avere la mia stima.



Il 10 febbraio Antonio Colombo presenta Biedermeier, la prima mostra personale del giovane artista Giuliano Sale a Milano.

Così scrive Ivan Quaroni:
“Il Biedermeier è uno stile diffusosi in Europa intorno alla metà dell’Ottocento, in opposizione alla pomposità dello Stile Impero. Il termine, ma con significato dispregiativo, deriva da un personaggio creato dagli scrittori Adolf Kussmaul e Ludwig Eichrodt che incarna il tipo del pi
ccolo borghese apolitico e conservatore, interessato solo alla vita familiare. È un vocabolo composto da due parole, l'aggettivo Bieder, che significa semplice, e Meier, uno dei cognomi tedeschi più diffusi.
I personaggi di Giuliano Sale sono soggetti estremi, ipertrofici borderline e decadenti drop out, che esprimono istanze opposte rispetto ai valori del Biedermaier. In qualche modo, la loro follia nasce proprio dalla non accettazione della equilibrata morale piccolo borghese. Biedermeier è quindi un titolo ironico, perché afferma un concetto che è esattamente opposto a ciò che l’artista intende rappresentare, rimandando all’osservatore la capacità di cogliere l'ambiguità sostanziale dell'enunciato.
Quella rappresentata da Giuliano Sale è una versione distorta e malsana della pallida bellezza preraffaellita. Le sue vergini, placidamente collocate sullo sfondo di sinistri paesaggi romantici, percorsi da cieli perennemente plumbei, ricordano le anemiche eroine di un romanzo gotico o di un racconto di Edgar Allan Poe. L’iconografia di certa pittura simbolista minore e limitrofa rivive, infatti, nell’immaginario dell’artista, che ad essa s’ispira per rappresentare la deriva spirituale dell’umanità contemporanea.”
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue (Italiano/Inglese). 

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